Nintendo Switch Pro – Rumor 2021 – Uno Sguardo Tecnico

Condividi l'articolo

Oramai le voci di corridoio che vogliono una versione più potente o quantomeno migliorativa di Nintendo Switch ce le portiamo dietro da molto tempo. Queste erano spesso accompagnati dalle indiscrezioni di una versione lite, che sappiamo essere arrivata col nome di Switch Lite.

Questa volta è un po’ più interessante del solito perché invece di andare a sentire voci di corridoio dai più o meno esperti del settore, apprendiamo le novità direttamente da uno degli hacker principali di Nintendo Switch. Quindi si tratta di informazioni che si trovano all’interno del codice di Switch stesso. Quando si provano nuovi device non è una pratica inusuale quella di avere informazioni anche all’interno del firmware delle unità retail. Può trattarsi tanto di unità che poi finiranno sul mercato quanto di prove interne o devkit. Parliamo dell’unità identificata come codice interno di Aula. Per comparazione, Switch Lite era chiamato Hoag.

Switch Pro prototype

Andiamo quindi a guardare le informazioni che sanno con una relativa certezza e vediamo di capirle tecnologicamente.

La feature certa in questa revisione è che i cambi alla gestione dello schermo integrato sono tali da indicare l’uso di una nuova tecnologia. Il tipo di tecnologia non è identificato con precisione, ma considerando che gli Switch attuali usano dei pannelli IPS, un nuovo firmware sarebbe richiesto qualora si passasse a MiniLed o a pannelli OLED.

In linea di massima dare a Switch una tecnologia di schermo migliore di quella attuale è di sicuro un buon modo per migliorare il prodotto in modo appariscente per l’utente. Cambi di pannelli sono un’occorrenza abbastanza comune come si è anche visto nella famiglia 3DS nel tempo.

Le tecnologie proposte come upgrade sono abbastanza diverse. La tecnologia OLED, nelle sue forme attuali di AMOLED, si basa su un diodo organico ad emissione di luce. Sfrutta proprietà di elettroluminescenza di elementi organici per produrre una fonte di luce nei singoli pixel senza bisogno di una retroilluminazione. Questo produce dei neri che sono veri in quanto lo schermo è spento ed ha una resa di colori generalmente migliore. La qualità agli occhi sarebbe decisamente migliore, specialmente considerando la propensione di Nintendo nello sfruttare palette molto accese e variegate.

Il suo difetto principale è la maggiore suscettibilità all’effetto burn-in. Questo effetto nasce se una porzione di uno schermo rimane accesa con la stessa immagine per un tempo prolungato. Quello che stava mostrando rimane impresso sullo schermo, anche se questo è spento e va a rovinare quindi le immagini mostrate. Nei videogiochi questo potrebbe apparire dopo centinaia di ore di gioco allo stesso gioco, con elementi dell’HUD che rimangono impressi sullo schermo.

Sony passò dal suo apprezzato OLED ad un LCD per la sua revisione di PS VITA.

L’uso di questa tecnologia non è nuovo nel mondo del gaming portatile, in quanto la prima versione di PS Vita aveva uno schermo OLED. Questa tecnologia sta venendo usate in modo sempre più pervasivo nei cellulari e quindi il suo costo commerciale si riduce sempre più.

La soluzione Mini-LED di un altro rumor invece sarebbe un buon compromesso tra le due tecnologie, in quanto va a migliorare sensibilmente la qualità di uno schermo, senza impiegare tecnologie organiche. I led della retroilluminazione si fanno ancora più piccoli e possono essere spenti a gruppi, permettendo una regolazione estremamente fine del display. Il nuovo Ipad Pro in uscita quest’anno dovrebbe avere lo schermo MiniLed. Il che posiziona questo tipo di schermo per ora nella fascia alta di mercato.

Nintendo, sempre conscia sul prezzo, potrebbe stare semplicemente sperimentando queste tecnologie ora per poi adottarle direttamente su Switch 2, quando saranno disponibili ad un prezzo più basso.

Il secondo rumor importante si basa sull’utilizzo di un chipset della Realtek adibito allo scaling. Realtek è una compagnia che dovrebbe essere abbastanza famosa anche per l’utente comune in quanto il 99% dei chipset audio dei computer sono suoi ed il suo nome appare nei vari driver di Windows che comunicano con le uscite audio integrate sulle schede madri.

Ci sono tantissimi algoritmi di upscaling e scegliere quello giusto può fare la differenza

Realtek produce però anche tanti chipset per l’elaborazione di immagini, che si trovano all’interno delle TV ad esempio, e che si occupano di fare lavori di upscaling. All’interno delle componenti software di Switch ci sono numerosi cambi che suggeriscono che la console sia predisposta per comunicare con questo nuovo chipset per potergli passare i suoi frame da poi upscalare in 4k.

Si parla spesso di quanto avrebbe senso avere una dock in grado di potenziare Switch quando è usata per giocare alla TV. Parlai dell’argomento 4 anni fa in questo Sotto la Scocca, ma conviene sempre ripetermi. Il limite per avere una Dock esterna che aumenti la potenza di Switch è dovuto alla quantità di dati che possono essere passati tra i due sistemi (dock e Switch) ed andrebbe a complicare di molto la sua natura di Switch.

Immaginate di stare usando una GPU potenziata nella dock e di togliere la Switch. Cosa succede al gioco? I dati sono sulla GPU nella dock e non in quella interna. Ci sarebbe una discontinuità. Quindi, per una nuova versione di Switch organizzata in questo modo ci sarebbe da riprogettare la sua uscita video e da organizzare questo sistema di switching. Molto più plausibile che in una eventuale dock potenziata ci sia un chipset che si occupi di prendere l’immagine già finita per upscalarla con un algoritmo di qualità. Purtroppo non sapendo il modello preciso del chipset non possiamo saperne le funzionalità e qualità, solo lo scopo.

Questo è la scheda madre della Dock, dove risiede un STDP2550, che sarebbe sostituito da questo ipotetico chipset Realtek.

In termini del magico DLSS, al momento una soluzione separata non è possibile, con un modulo DLSS solo nella Dock ad esempio. Questo perché il DLSS sfrutta core specializzati che si trovano all’interno delle GPU Nvidia di nuova generazione ed è pensato per lavorare all’interno del sistema GPU. Quindi, senza un cambio di chipset di Switch da parte di Nintendo, al momento questa tecnologia rimane fuori portata.

E proprio per quel che riguarda il SOC di Aula siamo ancora di fronte a Mariko, quindi alla versione del chipset già usata sugli Switch attualmente in vendita. Senza ulteriori informazioni difficile dire come potrebbe essere usato.

Se proprio volete un’ulteriore speculazione, qualora facciano un ulteriore die-shrink, ovvero un passaggio ad un processo produttivo ancora migliore, sarebbe possibile mantenere i consumi pari alle versioni attuali ed eventualmente attingere un 20% di potenza in più dal chipset, andando non a permettere nuovi port o giochi in esclusiva, ma a ripulire il profilo di performance sui giochi attualmente a disposizione. 20% è la differenza che c’è tra 25 e 30fps per dire. Il tutto senza dover riprogrammare alcun gioco, come dimostrato dai vari Overclock al modello base. Ma si tratta di speranze basate per ora sul nulla.

Quindi tutte le informazioni ad ora estratte puntano ad un’ulteriore revisione di Switch, che andrebbe a sostituirsi nuovamente a quella attuale, andando a migliorare schermo e upscaler esterno. Niente di veramente rivoluzionario o altro, ma un modo per allungare ancora la desiderabilità di Switch. In attesa di informazioni ufficiali da parte di Nintendo, l’unica cosa che possiamo dire con certezza è che stanno sperimentando con schermi di tecnologie diverse e su nuovi chipset per la gestione dei segnali in uscita dalla console.

Informazioni più utili per avere un’idea su cosa sta facendo Nintendo in questi anni lato ricerca e sviluppo.

Potrebbero interessarti