Parlare di Tomodachi Life è un compito estremamente facile, poiché il titolo presenta un’ampia varietà di elementi assurdi e divertenti da descrivere dettagliatamente, ma recensirlo è, al contempo, un’impresa ardua poiché possiede un concept molto particolare, che può appassionare profondamente ma può anche non interessare alcuni tipi di giocatori. A causa di questa ragione è stato deciso di lasciare la recensione senza voto, pur cercando di renderla più obiettiva e dettagliata possibile.

I Mii fanno parte ormai da anni della famiglia. Ci creiamo come Mii con grande attenzione ai dettagli, viviamo con loro momenti di gloria battendo amici a tennis, o ottenendo punti nel mondiale di Mario Kart utilizzando loro come nostro personaggio. Arriviamo perfino ad affezionarci a quella versione cartoonesca e adorabile di noi stessi, che saluta altri Mii incontrati via streetpass e saltella nella home del nostro Wii U.
Loro però non possono fare di più: non possiedono una personalità che raffigura la nostra, perciò sono una copia fedele di noi solo fino ad un certo punto. Io non ballerei mai con altre persone appena incontrate in un mondiale online di Mario Kart 8, però il mio Mii sì, essendo evidentemente ben più socievole di me.
Tomodachi Life, come il suo predecessore uscito solo in Giappone, è un titolo che ci consente di andare oltre, e donare al nostro alter-ego Nintendo un vero carattere, più simile possibile a quello del suo creatore.
Il metodo è estremamente facile ed intuitivo: importiamo il nostro Mii dal centro creazione, lo creiamo da zero sul momento o fotografiamo un codice QR dalla rete, e decidiamo alcune sue caratteristiche peculiari, che Tomodachi Life tradurrà poi in una personalità ben definita.
Camminiamo lenti o veloci? Siamo gentili, diretti, calmi o con espressione intensa? Seri o allegri? E soprattutto, quanto vogliamo essere strambi?
Una volta selezionati questi elementi, in una scala da uno ad 8, ecco che compare il nostro carattere, che a volte è davvero incredibilmente somigliante all’originale, nonostante si basi su caratteristiche apparentemente poco precise o rilevanti.
Ce ne sono ben 16 disponibili, suddivisi in quattro grandi categorie: tipo tranquillo, tipo espansivo, tipo riservato e tipo deciso. Ognuna delle categorie presenta quattro sottogruppi, in cui il nostro personaggio andrà ad inserirsi.
Una volta deciso carattere, nome e voce del nostro Mii è ora di farlo entrare nel suo appartamento.
Come ogni abitante della nostra isola, anche noi occupiamo una stanza in un grande condominio, che crescerà all’aumentare dei condomini stessi che introduciamo nel gioco.
Possiamo decidere come decorarla tra un’infinità di stili diversi, come pure possiamo vestirci in maniera eccentrica o sobria, a seconda del nostro umore del giorno.

Sull’ìsola, infatti, ogni giorno i negozi espongono nuovi articoli, che siano cappelli con le piume, costumi da gatto o un piatto di paella.
Il nostro compito è dunque occuparci dei Mii, vestendoli, nutrendoli e dando loro tutto ciò di cui hanno bisogno, ricevendo in cambio da loro soldi e regali, che ci permettano di interagire maggiormente con loro e svolgere ancora meglio il nostro compito di “amministratori” del condominio. Possiamo ottenere soldi anche semplicemente grazie a donazioni degli abitanti, che saranno ovviamente proporzionali al numero di persone ospitate.
Non siate ingordi però, e non riempite subito l’isola con cento Mii, ricordatevi che poi dovrete occuparvene al meglio!
Descritta così però la nostra attività perde tutto il fascino che la caratterizza nel gioco, riassumibile nel semplice concetto di assurdità.
Tutto in Tomodachi si tinge di assurdo: ciò che i Mii desiderano, le notizie che l’emittente locale trasmette più volte al giorno, i discorsi che fanno tra loro, le tremende litigate in cui si tirano pentole e console, e soprattutto i loro sogni.

I sogni rappresentano un elemento particolarmente interessante del titolo, sia perché è davvero divertente osservare il nonsense prodotto dall’inconscio dei nostri personaggi, sia perché una volta concluso troveremo un oggetto in regalo, correlato al tipo stesso di sogno fatto.

Magari per il nostro Mii è stato terrorizzante, ma noi abbiamo ottenuto un piatto di calamari fritti! Non tutto il male viene per nuocere!
Anche le relazioni tra i personaggi spesso sfiorano l’assurdo: possiamo impegnarci in ogni modo per far frequentare due persone, ma alla fine saranno loro e solo loro a scegliere per chi provano dei sentimenti.
A quel punto possiamo decidere se essere misericordiosi e decidere di aiutarli, o se trasformarci in malefiche divinità, e distruggere i loro sogni, rendendoli depressi.
Anche nel caso in cui decidessimo di calarci nel ruolo di cupido, l’esito rimarrebbe in mano all’altro Mii.

…E sanno essere particolarmente crudeli nel rifiutare qualcuno!
Se tutto va bene avremo un matrimonio, a cui si arriva con un minigioco piuttosto crudele in verità, e un conseguente trasferimento nelle villette Mii, luoghi appartati e tranquilli in cui le coppiette possono andare a vivere (ma spesso vengono raggiunte da altri personaggi, che evidentemente non comprendono il concetto di privacy!).
Il passo successivo è la nascita di un bambino: la coppietta, ovviamente, ci chiede un parere al riguardo, e se concorderemo, a breve l’isola sarà allietata dal pianto di un neonato!
Nei giorni successivi dovremo occuparci anche di lui/lei, e l’impresa è decisamente ardua, sicuramente di più del gestire un adulto. I piccoli, comunque crescono in fretta, perciò in men che non si dica potremo scegliere se farli trasferire nel condominio o viaggiare nel mondo.
Farli viaggiare li farà incontrare altri giocatori mediante streetpass, e ci permetterà di aprire l’area campeggio sulla nostra isoletta.
Si può però interagire con gli altri giocatori anche senza mandare via i pargoli: incontrando una persona che possiede il titolo, riceviamo subito da lui un abito “importato”che non troviamo normalmente in vendita da noi, e che potremo acquistare nell’apposito negozio che verrà aperto nel caso di uno streetpass.

A parte le relazioni amorose, c’è tanto da fare sull’isola: si può cantare nella sala concerti, correre nel parco, riposarsi in spiaggia, andare al luna-park o rilassarsi nel bar, dove spesso i Mii si ritrovano per interessanti chiacchierate.

Le attività dei nostri personaggi sono in gran parte decise da noi, così come la loro felicità: ogni volta che esaudiamo un loro desiderio diventano più felici e possono salire di livello, e in quel caso possiamo decidere che regalo far loro, scegliendo tra soldi, una canzone, una frase, un oggetto o un arredo per la stanza.
Se regaliamo loro un Wii U, passeranno molte ore felici in casa a giocare con gli amici, un gatto li farà rilassare e divertire, un nuovo arredo potrà colorare una stanza troppo grigia, mentre una canzone potrà far decisamente divertire noi, nel vederli esibirsi!
Descritte le meccaniche del titolo, è decisamente necessario soffermarsi un po’ sulla componente social, che è davvero imponente.
Tomodachi consente di scattare foto di entrambi gli schermi del 3DS, e di pubblicarli facilmente su facebook o altri social network, taggando gli amici coinvolti. Questa possibilità è senza dubbio il fiore all’occhiello del software, poiché è estremamente divertente mostrare agli altri le assurde situazioni in cui si sono cacciati, o le tenere scene romantiche che stanno vivendo – magari con persone che nella vita reale nemmeno sopportano!
Niente batte taggare un proprio caro amico in un’immagine in cui c’è il suo Mii, perfettamente riconoscibile, vestito da ninja e con in testa un cappello da gambero fritto, che si esibisce in un musical.
Questa attività prolunga la longevità di Tomodachi, e dona sicuramente notevoli spunti per divertirsi con il titolo, che in fondo nasce proprio per essere giocato con gli amici: non direttamente, ma ricreandoli nella nostra città per poter creare situazioni assurde o nostalgiche.
Dal punto di vista emotivo, è possibile affezionarsi ai nostri personaggini, e l’apice si raggiunge probabilmente con la partenza del figlio di una coppietta da noi creata: è difficile non apprezzare le vecchie foto di famiglia e i video girati al piccolo, prima che cresca e se ne vada da casa.

In definitiva, dovreste comprare Tomodachi?
Se vi attira l’idea di ricreare personaggi famosi e vostri amici, mixare vite diverse e assistere a situazioni del tutto astruse, magari fotografandole e condividendole con il mondo decisamente sì.
Se cercate un gioco con obiettivi ben definiti, una trama o una vera progressione lineare, non è purtroppo un titolo che fa per voi.
Si ricorda infine, che acquistando Tomodachi Life riceverete due versioni di benvenuto da far provare ai vostri amici!





































































