Sin dal suo annuncio, con il progetto Kickstarter, A Hat in Time aveva colpito per stile, riferimenti e carisma. Un platform 3D che si rifà a classici come Super Mario 64, Banjo-Kazooie (il cui compositore, Grant Kirkhope, ha realizzato una traccia per il gioco) e Donkey Kong 64.
Oggetti da collezionare, ambienti da esplorare completamente grazie alle nostre abilità di salto e una serie di livelli dall’incredibile varietà: questi sono gli ingredienti dei platform di quell’epoca, ma A Hat in Time riesce a carpirne davvero l’essenza?
Perché la mafia non finisce mai nie…
Premettiamo che la build a cui abbiamo avuto modo di giocare è un’alpha, di conseguenza tutto ciò che troverete in questa anteprima esula da qualsivoglia discorso puramente tecnico come: bug/crash/glitch e simili, dovuti, speriamo, ad una realizzazione ben lontana dal prodotto finito.
L’alpha permette di giocare due sezioni di due capitoli distinti: quello dedicato alla Mafia, e quello dedicato ad una casa… diciamo infestata. Entrambe le ambientazioni sono ben caratterizzate, la prima è decisamente più libera, dando la possibilità di girovagare per quest’isola piena di mafiosi pelati vestiti di blu piuttosto scontrosi, ma decisamente fuori dal comune. La seconda è più limitata come ambiente, essendo una casa, ma non per questo pecca in obbiettivi e cose da fare, come ad esempio livelli bonus segreti.
Questo mi ricorda decisamente qualcosa… e a voi?
Nella prima zona le cose da fare sono moltissime: dallo scalare la montagna dell’isola, al cavalcare un razzo in spiaggia, fino a combattere la malavita locale, passando per escursioni su tralicci e impianti di costruzione.
Nella seconda zona dovremo nasconderci da Vanessa, essendo entrati di soppiatto in casa sua, utilizzando pianoforte e altri oggetti di gioco come rifugio, sperando che la “graziosa” padrona di casa non ci veda. Sono qui presenti dei piccoli enigmi ambientali.
Buonasera, disturbo signo…?
I controlli di A Hat in Time non sono semplicissimi da digerire, nel senso che sono semplici in apparenza, ma la risposta non è eccezionale, assieme ad un generale problema di fluidità. Troviamo il classico salto, doppio salto, salto a parete, tuffo e combinazione degli stessi. Il tutto gestito dall’analogico, pulsante A e secondo trigger destro. Una volta però fatta un po’ di pratica si riesce in virtuosismi degni del genere!
Troviamo invece un’ottima caratterizzazione dei personaggi, dei colori vividi, decisamente sfavillanti e che, soprattutto nella zona marina della Mafia, fanno venir voglia di andare al mare a festeggiare!
Mafia Beach è un posto per veri duri!
Numerosi sono i collezionabili, tra adesivi, cappelli, cartoncini, casse, badge e quant’altro, assieme a delle sfere rosse. Ovviamente non è al momento presente un grande tutorial, ma tutta l’alpha si presenta come un grande playground in cui scorrazzare in libertà.
Per quanto riguarda eventuali combattimenti nella prima zona troveremo un ombrello, con cui attaccare gli omaccioni della malavita, ma l’unico attacco disponibile è con X, o, altrimenti, saltare sopra ai nemici.
oddio barili, ODDIO BARILI!!
Dal punto di vista della trama non ci vengono dati dettagli, ma all’inizio dovremo rincorrere una ragazzina che ci porterà sino al nostro fidato ombrello.
Le potenzialità per un grande gioco ci sono, la realizzazione tecnica ha delle ottime basi, lo stile del gioco è davvero adatto, luminoso, gioioso e tenebroso al tempo stesso. Ovviamente tutto è da rifinire, se non riprogrammare in alcuni casi, ma di tempo ce ne è parecchio. Ciò che stupisce è come nonostante il gioco sia ben lontano dall’essere completo, nonostante vi siano evidenti difetti per via delle fasi iniziali di sviluppo, diverta così tanto da non voler smettere di giocare.
Surfin’ on a rocket
Speriamo dunque che Gears for Breakfast proceda spedito con lo sviluppo, con la perizia che hanno finora messo nella realizzazione del progetto e si decida a portarlo su WiiU.