Back to Bed è un videogame rompicapo sviluppato dai Bedtime Digital Games, un gruppo di persone evidentemente ossessionata dai letti. Ora, prima di iniziare, vi prometto che non farò giochi di parole sul titolo. Ma devo assolutamente sfogare la mia vena idiota con una serie di slogan pre-recensione: chissà se Back to Bed ci farà “tornare a letto” e poi: Back to Bed o Back to Bad? Scopriamolo nella mia recensione! E Infine Back to Bed: un gioco da sogno? Bene, basta così.
Puzzle game e sviluppatori indipendenti sono ormai un binomio infallibile, una coppia affiatata che negli ultimi anni ci ha divertito e sorpreso con giochi indimenticabili. Solo nell’eShop di Wii U, possiamo contare decine di titoli meritevoli nel genere rompicapo: The Bridge, Affordable Space Adventures, Typoman, per citarne alcuni. Back to Bed prova con tutte le forze a entrare in questa categoria, con risultati, diciamo…un po’ così.
L’obiettivo in Back to Bed è quello di condurre Bob, il protagonista sonnambulo, verso il caldo e morbido letto, evitando che cada nel vuoto o che venga svegliato dai nemici. Il tutto con una mela gigante. O un pesce-ponte, dipende. Poi ci sono anche i treni balena e i cani panciuti, molto pericolosi. E il nostro personaggio è un grillo-cane dal volto umano, ovvio, mi pare giusto. Che poi ci sono anche piani di sopra che sono i sotto dei sopra, se avete capito cosa intendo sopra.
Forse per voi queste cose non avranno senso, ma per un narcolettico cronico come Bob ce l’hanno, eccome. Il problema principale dei narcolettici è che a volte tendono a camminare da soli, senza controllo, ed è proprio questa la caratteristica del gioco: il nostro amico cammina diritto in mezzo a dirupi infiniti e se trova un ostacolo, semplicemente, gira a destra. Niente di più semplice. Niente di più pericoloso.
Il nostro compito è quindi quello di calcolare l’esatto punto in cui posizionare la mela per far girare il nostro uomo al momento giusto, schivando i pericoli e conducendolo finalmente a letto. Tutta l’azione si svolge in real time, cioè mentre Bob cammina: di conseguenza anche la tempistica con cui ci muoveremo giocherà un ruolo fondamentale, aggiungendo un pochino di agitazione che non guasta mai.
A conti fatti i controlli di Back to Bed funzionano bene: con l’analogico si muove il cane-grillo e col pulsante A si sollevano gli oggetti, un gameplay semplice e perfettamente adatto al genere. Purtroppo a volte si fa fatica a prendere in mano gli oggetti e si rischia di lasciar cadere Bob mentre ancora stiamo facendo aggiustamenti per posizionare quella maledetta trota-ponte. Nulla di drammatico, visto che Bob torna in vita automaticamente, ma pur sempre un difetto che risalta a lungo andare.
Il level design del gioco, che mostra sprazzi di genialità, pende troppo spesso verso lo scontato: alcuni enigmi richiedono diversi tentativi, ma la maggior parte delle volte arriverete alla soluzione dopo pochissimi minuti, quasi automaticamente. Infatti, nonostante i livelli si presentino con prospettive impossibili d’ispirazione escheriana, sono pochissime le volte in cui ho dovuto sperimentare coi paradossi per condurre Bob a nanna, un vero peccato.
A tutto ciò si aggiunge una longevità scarsa: l’avventura principale si completa in un’ora circa, e la modalità incubo, che aggiunge una chiave da raccogliere in ogni livello prima di completarlo, ne dura un paio, per un totale di tre/quattro ore. Ci sono poi i caricamenti inspiegabili, rallentamenti occasionali e infine i nemici che svegliano Bob, così antipatici da costringerci a ricominciare il livello, causando perdite di tempo frustranti.
Back to Bed ha diversi problemi che non si possono trascurare, ma ha anche del buono da offrire. Oltre al già citato gameplay e gli enigmi divertenti, è impossibile non amare è lo stile grafico, liberamente ispirato ad Escher, Magritte, Dalì e Ginone, il barbone milanese sempre ubriaco che disegna col gomito destro. Certo, il fatto che tutto il gioco funzioni in grafica poligonale e non bidimensionale delude un po’, ma il risultato è comunque molto buono. Peccato per la colonna sonora, senza infamia e senza lode, che neanche Ginone dopo un Braulio riuscirebbe a fischiettare.
In definitiva Back to Bed è un puzzle game che ha delle grosse potenzialità, ma raramente si applica. Il gioco è divertente, seppur non privo di difetti, ha uno stile grafico lodevole e alcuni livelli geniali, tuttavia gli enigmi sono troppo semplici e in meno di quattro ore avrete completato tutto ciò che il gioco ha da proporre. In un’altra epoca avrei forse giudicato questo gioco con maggiore entusiasmo, ma oggi, in mezzo ai fantastici puzzle game disponibili sull’eShop di Wii U, mi è difficile consigliare Back to Bed.