Il giorno è finalmente giunto.
Dai primi storici capitoli della serie, Rosso e Blu, sono passati ben 17 anni (14 in Europa) e Pokémon è, nel frattempo, diventata la serie più importante e venduta di Nintendo nonché un fenomeno mediatico senza precedenti. Appare quindi comprensibile la spasmodica attesa per l’uscita di X/Y, primi capitoli della sesta generazione di Pokémon e primi esponenti ad uscire per Nintendo 3DS.
Diciamolo subito: Pokémon X/Y è un gioco valido, divertente e raggiunge pienamente l’obiettivo fissato. Un gioco che vince pur non convincendo pienamente: divertirà infatti chi non gioca da molto tempo al brand, terrà incollato allo schermo e divertirà chi si avvicina ora alla serie ma che, purtroppo, lascerà un lieve sapore amaro in bocca agli appassionati più ferrei della serie.
http://youtu.be/gmywDbnC5oc
Come trapelato dalla presentazione del gioco, la nuova ambientazione ha ispirazione europea e più precisamente francese. Kalos abbandona infatti la tradizione giapponese per regalarci un’avventura in lidi a noi più consoni e familiari, a cominciare dall’enorme torre simbolo della regione al centro di Luminopoli.
Una città che, viste le dimensioni e la complessità, avrebbe bisogno di una mappa a parte.
La prima cosa che colpisce del titolo è la grafica, totalmente rifatta in 3D, con uno stile molto simile a quello dei due capitoli per Gamecube: XD (non sto ridendo.) e Colosseum.
E la rivoluzione si percepisce appena cominciata l’avventura: niente più “sei un bambino o una bambina?” ma “sei un ragazzo o una ragazza?”. Grazie Nintendo, mi fai sentir già più maturo.
Le fasi iniziali sono molto più veloci dei capitoli passati. Poche spiegazioni, poche interruzioni, un ritmo di gioco decisamente migliore grazie anche al nuovo mezzo di trasporto, pattini in linea perennemente incollati ai piedi che permettono spostamenti rapidi.
Tutto sembra essere stato studiato nei minimi dettagli per farci sentire il più a nostro agio possibile, tanto che rischiamo di perderci nell’esplorazione e di ritrovarci nelle prime 12 ore con una sola medaglia di gioco.
Anche gli incontri casuali con i Pokèmon nell’erba alta e i combattimenti contro gli altri allenatori risultano meno frustranti. Il livello di difficoltà del gioco, probabilmente per catturare un pubblico il più vasto possibile, risulta nel complesso inferiore alla quinta generazione.
Due tra le più grandi novità sono rappresentate dall‘introduzione del tipo Folletto e da un nuovo metodo evolutivo, chiamato Mega-Evoluzione.
Il nuovo tipo, Fairy, o Folletto in italiano, non è una novità assoluta in quanto esiste in realtà da anni come gruppo-uovo, e proprio i mostri che vi appartenevano sono ora di tipo Folletto. Stando alle dichiarazioni di Game Freak, è stato introdotto per contrastare i draghi, da sempre forza dominante del meta-game (il gioco competitivo) e risulta fortissimo contro di loro, mostrando però una grande debolezza contro il tipo acciaio.
Fidatevi, non è affatto piacevole vedersi i propri attacchi drago non avere nessun effetto e ricordarsi del cambio di tipo.
Le Mega-Evoluzioni rappresentano invece un ulteriore forma evolutiva di determinati Pokèmon, utilizzabile temporaneamente e solo in battaglia.
Per usare la Mega-Evoluzione, un Pokémon ha bisogno di tenere con se una pietra che porta il suo nome (Charizardite, Venusaurite ecc.) che lo trasforma entrando in risonanza con il bracciale dell’allenatore, chiamato Mega-Cerchio. La trasformazione ha svariati effetti nella lotta: può aggiungere un bonus all’attacco e un nuovo tipo (come nel caso di Mega-Charizard X) cosi come nuove devastanti abilità (nel caso di Mega-Lucario). Si può tuttavia utilizzarne solo una per team e quindi, risulta importante pianificare una strategia adeguata per sfruttarne al massimo il potenziale. Non è ancora chiaro quante Mega-Pietre e Mega-Evoluzioni siano presenti nel gioco ma non fatichiamo a credere che Nintendo possa rilasciarne di nuove tramite il Nintendo Network.